di Maria Luisa Tognelli
Chi legge quello che abitualmente scrivo sa che non amo ripetermi e già conosce la mia opinione su certi
abbinamenti nell'ambito di due mondi podistici dei quali molti di noi nel corso della vita hanno fatto o fanno
parte: sarò più esplicita, parlo del podismo competitivo e di quello non competitivo, ludico-motorio
come ora viene chiamato. Rispettabile l'uno come rispettabile l'altro, ma chi organizza una manifestazione competitiva,
una maratona o mezza maratona, deve per forza di cose
impegnarsi molto nella loro preparazione e realizzazione, quindi tutto il lavoro è rivolto a quell'impegno. Pertanto è bene
che il ludico-motorio non si riduca a fare da cornice, perché "il piatto principale" rischia di essere accompagnato da
un "poco gustoso contorno". Dopo questa inevitabile premessa, sinceri complimenti agli organizzatori della mezza-maratona,
con la sua tradizionale festosa partenza di palloncini colorati sotto le strisce tricolori tracciate nel cielo da un
ultraleggero. Tutto perfetto da questo punto di vista, nonostante la pioggia; una festa per maratoneti ai quali diciamo
"bravi!". Gareggiare è bello, dà una carica ed una gratificazione che conosce solo chi la prova, ma è anche segno di
intelligente umiltà, quando non sia più possibile o non piaccia gareggiare, continuare a muoversi nel più tranquillo mondo
del ludico-motorio che molto ha dato e continua a dare.