1. Il podismo non competitivo in Toscana: come nasce e come si sviluppa?
c.c.: Il podismo non competitivo nasce agli inizi degli anni settanta, in occasione della prima grande crisi del dopoguerra,
denominata della austerity, quando le nostre città sono state chiuse al traffico la domenica. E' stato uno sconvolgimento di
costumi dei singoli e delle famiglie, che si sono rovesciate sulle strade e sulle piazze a piedi, come in un incisione del
settecento, riappropriandosi di nuovi valori culturali. I più sensibili hanno iniziato ad "organizzare" questo desiderio
collettivo di recuperare lo strumento (le gambe e i piedi) che la Natura ha donato all'uomo per trasferirsi da un luogo ad
un altro: così nascono i primi calendari.
Questo movimento combacia in quegli anni perfettamente con gli amanti dell'escursionismo montano (Cai docet!), tanto che i
primi primitivi calendari di marce, si caratterizzano per percorsi montani nelle colline pisane o livornesi o nell'appennino,
con distanze cospicue, qualche volta rapportate alla tradizionale distanza della Maratona.
2. Quando si arriva alla costituzione del Comitato delle Tre Province?
cc.: Il Comitato nasce nel 1974, come movimento spontaneo (un atto costitutivo registrato è solo di questi ultimi anni...), consorzio tra i nascenti gruppi podistici con il quale viene annualmente organizzato un calendario di marce e verificato in occasione degli eventi il rispetto del regolamento, che si fonda sul divieto di classifiche, che non siano le marce percorse e i chilometri fatti, in vista di un trofeo che sarebbe stato consegnato a fine stagione a chi avesse superato certe soglie prefissate di marce o chilometri. Dal Comitato interprovinciale, nascono - per la propensione tipica dei toscani a configgere -, come costole il Comitato lucchese e il Comitato pisano, con le quali oggi il Cims ha un ottimo rapporto di collaborazione, in vista della diffusione della pratica non competitiva della corsa.
3. Chi è oggi il podista più presente alle non competitive? Vogliamo tracciarne un profilo?
cc.: C'è un podista Fabio Giusti di Pisa che ha percorso tutte le marce in calendario per oltre trenta anni e tutt'ora continua indefesso a
marciare non ancora sopito dalle decine di migliaia di chilometri percorsi.
Ci sono quasi ottantenni, che fanno altrettanto, non marciando ma correndo, come Gilgi dei due Arni e Squadrone del Marathon club.
4. Qual è oggi la situazione del movimento non competitivo in Toscana? Quali sono i suoi punti di forza e quali le criticità?
c.c.: Il movimento si è ormai consolidato con la presenza di una media di 800/1000 podisti a marcia e in caso di marce concomitanti di più Trofei sino a 3-4000 marciatori, fino ai vertici di Porcari e Marlia con rispettivamente 7000 e 10.000 partecipanti. La criticità maggiore è l'età dei partecipanti; stenta a muoversi una forte continuità generazionale, che è il mio cruccio maggiore. Per questa ragione, consapevole che non è facile svegliare il giovane alle 6 del mattino della domenica, ho promosso i calendari delle corse del sabato, per avvicinare i più giovani ai valori culturali e ambientali del podismo non competitivo.
5. Correre slow significa abbracciare anche una filosofia di vita al rallentatore: dallo slow food al movimento del downshifting, dalla decrescita felice al neo-frugalismo è tutto un moltiplicarsi di tendenze che ci invitano a "scalare le marce". Pensi sia solo una moda passeggera o davvero lo spirito competitivo ha i giorni contati? Ritieni che quest'orientamento possa avvantaggiare il mondo dello sport non competitivo?
c.c.: Senz'altro il diffondersi, anche su indicazione della Medicina, di pratiche che favoriscono la camminata veloce, anziché la corsa, che ha effetti traumatici sulla schiena, sulle ginocchia e sui tendini, nutrono le fila dei non competitivi, a cui sono in qualche modo condannati, diciamo così a fine carriera, gli stessi competitivi. Non ritengo tuttavia auspicabile, e non dovrebbe essere vista positivamente, la fine del podismo competitivo, a cui devo invece aprirsi i più giovani, reclutati nelle scuole. Questo per rinvigorire le file dell'atletica italiana, ai fini della partecipazione della nostra federazione ai grandi eventi dell'atletica mondiale, sotto i colori della Nazionale.
6. I partecipanti alle competitive e gli atleti non competitivi sono di solito considerati due "universi paralleli" (anche per le differenti età di chi ne fa parte). Da cosa pensi nasca questa sorta di reciproca diffidenza e quali potrebbero essere invece i punti di contatto?
c.c.: Da quando condivido un incarico dirigenziale in seno al Cims, quale presidente, ho avversato l'ideologico contrasto tra questi due
mondi. Al contrario, secondo esperienze ben note nel Nord Italia, dove esistono minori motivi di polemica, che invece fanno parte
dell'indole del Toscano, una non competitiva può accompagnare una competitiva (e nel calendario Cims esistono degli esempi, come
la mezza maratona e la maratona di Pisa). Questo purché le due competizioni si snodino su percorsi diversi, con rispetto delle diverse
tradizioni e regolamenti, questo perché la marcia non diventi un appendice trascurata della corsa. Per questa ragione la concomitanza
rende necessario un particolare accordo organizzativo tra Gruppo e Cims, per preservare l'autonomia della marcia non competitiva. Questa
idea invero non è apprezzata da tutti i Comitati, ad esempio in quello lucchese resta la regola sul divieto della concomitanza.
Non si dimentichi poi che se non vi fossero i podisti non competitivi, alcune manifestazioni competitive come le maratone e le mezze
non potrebbero reclutare volontari per assicurare sicurezza e ristori ai podisti competitivi.
7. Podismo non competitivo significa anche riscoperta delle tradizioni locali, valorizzazione dei territori, attenzione ai progetti di solidarietà. Ti sembra che le istituzioni toscane siano sufficientemente sensibili verso questi temi?
cc.: Le istituzioni toscane, dai Comuni alla Regione sono del tutto assenti e non aiutano il movimento del volontariato che costituisce le fondamenta delle marce non competitive, nonostante che la corsa o la marcia sia la migliore terapia per le persone meno giovani (con un enorme risparmio in termine di servizio sanitario e spesa farmacologica), siano grande fattore di aggregazione (si formano amicizie e incontri straordinari la domenica delle non competitive), siano veicolo di valorizzazione delle tradizioni e della storia locale (vengono percorsi i più bei borghi medioevali di toscana), costituiscono un immersione nella natura che non ha concorrenti, grazie anche alla bellezza delle campagne e dei colli della nostra regione.
8. Cosa ti auguri per il futuro delle corse non competitive?
c.c.: Giovani competitivi che premono per allenarsi nelle non competitive, a fianco dei loro padri e delle loro madri, a nutrire le fila del podismo non competitivo. Una maggiore sensibilità dello Stato e degli Enti pubblici territoriali, nella promozione e nella diffusione della pratica. L'inserimento di un rappresentante del podismo non competitivo negli organi federali dell'atletica nazionale.
L’atletica e il podismo amatoriale, anche non competitivo, si stanno interrogando sugli obblighi degli organizzatori di una corsa o di una marcia non competitiva o dei responsabili di un’associazione sportiva in genere per i propri iscritti, in caso di infortunio dell’atleta o di danni arrecati a terzi.
E’ opportuno anzitutto ricordare che gli obblighi che fanno carico ad un’associazione sportiva dilettantistica, ovvero ad un’associazione di fatto, al cui modello si ispirano i sodalizi dedicati all’atletica e al podismo, vanno a colpire il Presidente del sodalizio, che ne risponde con il suo patrimonio (art. 38 codice civile). Dunque in una corsa o marcia organizzata da un’associazione sportiva dilettantistica che produca danni ad un atleta o ad un terzo, risponde il presidente ovvero il legale rappresentante del sodalizio organizzatore. Ugualmente il presidente dell’associazione sportiva per gli infortuni in una qualunque gara o marcia non competitiva che colpiscono gli atleti iscritti al suo gruppo ovviamente per le sole gare e allenamenti deliberati nel programma del sodalizio (e quindi con esclusione di gare, marce e allenamenti che l’atleta compie liberamente fuori dai programmi sociali).
Per questa ragione sempre più , per moto spontaneo, le associazioni podistiche e le associazioni sportive dilettantistiche in genere hanno fatto ricorso a polizze assicurative a copertura dell’infortunio oppure della responsabilità verso terzi, stipulate occasionalmente con compagnie assicuratrici, particolarmente in occasione della manifestazione organizzata dal gruppo e per la durata di un anno in relazione agli atleti affiliati al gruppo.
Peraltro già la affiliazione ad una federazione nazionale di sport (Fidal, Uisp, Csain, Fiasp, ecc.) consente di usufruire, con il pagamento di premi contenuti, di una polizza infortuni per gli atleti iscritti al gruppo e affiliati con regolare tessera annuale alla federazione e in alcuni casi di una polizza a responsabilità civile, con massimali e franchigie tali da consentire una certa copertura dal rischio.
Il tutto tuttavia animato da uno spontaneismo non spesso ispirato da una reale consapevolezza dei rischi connessi, particolarmente per il rappresentante della associazione. Recentemente un decreto ministeriale del 2010 ha sancito, seppure in certi limiti ben definiti, la obbligatorietà della copertura assicurativa, ovvero l’obbligo di stipulare un’assicurazione con limiti di massimali predefiniti (euro 80.000,00 in caso di morte o lesione permanente), contro il rischio di infortunio dell’atleta iscritto al gruppo, con la conseguenza che oggi il presidente di un’associazione sportiva dilettantistica non può esimersi dalla stipula, essendo egli e soltanto egli il soggetto obbligato.
L’obbligatorietà tuttavia si limiti ai rischi da infortunio dell’atleta iscritto e tra questi è ricompreso il c.d. infortunio in itinere, ovvero cagionato al momento in cui l’atleta si reca nel luogo di gara o l’infortunio in occasione di allenamento organizzato dal sodalizio ; resta relegata alla spontanea iniziativa del presidente la polizza di responsabilità civile verso terzi, in occasione di un evento sportivo organizzato dal suo gruppo, e l’assicurazione dei c.d. atleti liberi, perché non iscritti ad alcun associazione e quindi non assicurati, fenomeno che presenta numeri di rilievo nel c.d. podismo non competitivo.
Le soluzioni che si presentano al presidente, dunque possono oggi essere astrattamente queste:
Vi è a dire che le maggiori federazioni devono ancor oggi affinare le polizze offerte, poiché ad esempio non comprendono eventi non organizzati sotto il patrocinio della federazione interessata per gli atleti iscritti, mentre dovrebbero coprire i rischi per ogni evento, ivi compreso l’itinere e l’allenamento ufficiale.
In questa direzione si è espressa, in occasione dell’assemblea dei Presidenti il Comitato interprovinciale di marce sportive, sollecitando allo C.s.a.In di appartenenza una polizza adeguata alle previsioni legislative e ai rischi che assumono i presidenti dei sodalizi.
Il Nordic Walking è una disciplina sportiva che si pratica all’aria aperta, negli ambienti naturali di campagna, di collina oppure di montagna e consiste in un allenamento dolce che sviluppa resistenza, forza e fitness, mediante camminata veloce con l’aiuto delle racchette.
E’ l’esercizio perfetto per ottenere una riduzione di peso, senza affaticare le articolazioni, consentendo all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio di esercitarsi, in prevenzione di malattie cardiache e polmonari. Gli stessi appassionati della corsa scelgono il Nordic Walking in modo definitivo o anche temporaneo, per esempio quando hanno problemi alle articolazioni del ginocchio, delle anche o della schiena oppure quando devono curare un trauma, in attesa di future performanche podistiche in corsa, accelerando la guarigione.
Ma tale pratica, si deve aggiungere, coinvolge attivamente le braccia nel movimento. Questo implica un aumento della muscolatura delle spalle e dei pettorali e un rafforzamento della muscolatura cervicale: con il Nordic Walking il carico sulle articolazioni dell’anca, del ginocchio e del piede viene diminuito e si prevengono o si curano i tipici traumi della corsa che purtroppo danneggiamo le articolazioni.
Sotto questo profilo l’affinità con lo sci di fondo non può non essere più evidente; infatti la disciplina nasce come pratica e allenamento estivo degli atleti che praticano questa disciplina. Dal Nord Europa, soprattutto Finlandia e Svezia, si è diffuso in Germania e sta radicandosi in tutta Europa, coinvolgendo il sud del continente e anche l’Italia.
Oggi penetra in modo evidente nel podismo non competitivo, dove sempre di più si vedono nelle marce podisti attrezzati di racchette che si esercitano nella camminata veloce, tanto che in occasione della 34^ Marcia delle Ville di Marlia (con i suoi oltre ottomila partecipanti) viene evidenziata, con eventi e coinvolgimento di istruttori la nuova disciplina.
Il podismo non competitivo, con il suo coinvolgimento di persone meno giovani e nella prospettiva del recupero atletico dei podisti, anche competitivi, meno fortunati (anche per evitare il trauma psicologico dell’abbandono dell’amata pratica della corsa), ne trarrà nei prossimi anni grande giovamento, essendo terreno fertilissimo per la sua pratica, anche su percorsi meno brevi e collinari, secondo il modello preferito dal Trofeo delle Tre Province.
Per utili informazioni e indicazioni: www.nordicwalking.it.
A seguito delle riunioni dei tre Trofei, ormai a cadenza bimestrale, nasce un foglio gratuito, anch'esso bimestrale, in distribuzione alle marce non competitive, contenente notizie, fatti, eventi, curiosità che interessano il mondo dei non competitivi.
Si tratta veramente di un foglio, perché sarà costituito da quattro pagine, une dedicata al Coordinamento dei tre Trofei, quello delle Tre province, quello Lucchese e quello Pisano; le altre tre "gestite" autonomamente dai tre Comitati, con il programma in calendario, le cronache e le foto in rigoroso bianco e nero..come una volta.
Ovviamente il "Foglio" sarà aperto al contributo di tutti i podisti, nessuno escluso, anche per aprire qualche discussione e proposta, di cui il mondo non competitivo ha tanto bisogno.
Si tratta di un'occasione di dibattito anche nella prospettiva, che sta a cuore della dirigenza dei Comitati, di una maggiore diffusione della pratica non competitiva presso le nuove generazioni, in vista di quel ricambio che è fondamento di continuità di ogni realtà, anche quella sportiva.
Il foglio ci farà compagnia poi durante la settimana, in particolare per chi meno giovane non ha ancora consuetudine con internet e il web.
Ho deciso di pormi, in occasione della marcia di Ponsacco, al servizio operativo della comunità podistica convertendomi nel controllore dei cartellini, in adempimento della campagna contro i doppi, tripli, ecc. cartellini che si era diffuso nella nostra comunità dei non competitivi (con il motto "No Cims, no times", ovvero senza timbro Cims non entri in classifica per il Trofeo...).
Il rimedio è molto semplice e condiviso con gli altri tre trofei: quello di imporre un controllo dei tre trofei in apertura di marcia a pochi chilometri della partenza. Senza il timbro Cims il cartellino non è convalidabile...
Nonostante tutto qualcuno ha tentato di proporre una doppia timbratura e in alcuni casi abbiamo dovuto richiamare o attendere il podista che partecipava con il cartellino in dotazione ad altro podista...qualche volta (e vi assicuro non sono stati pochi...) abbiamo gentilmente declinato la timbratura, in mancanza dell'interessato...
Ho così rivisto volti noti e meno noti del mondo non competitivo e mi sono goduto il sorriso eloquente di Dante Bonamici, che ha fatto del rispetto della effettività della pratica non competitiva un valore fondamentale.
Molti podisti si domandavano se si trattasse piuttosto del controllo a tempo, giustificato da altro costume criticabile del nostro mondo che è quello delle partenze anticipate: in realtà già alle 7:15 eravamo in postazione e siamo stati immediatamente subissati di cartellini.
Questo è aspetto, sul quale in effetti esiste altro (tentativo) di rimediare: quello della consegna dei cartellini alle otto, a partire dal 13/12 a Titignano, secondo altra decisione dei Comitati.
Qui è storia nota il coro di fischi all'indirizzo del sottoscritto mentre annunciavo la novità in occasione della premiazione del Cims; devo dire vigorosi fischi, ma non meno vigorosi gli attestati di solidarietà che ho ricevuto aggirandomi tra i presenti.
Su questo aspetto vorrei essere più chiaro, poiché vi sono molti fraintendimenti:
Si è tenuto a Pisa, il 21 novembre il consueto incontro dei podisti iscritti al Trofeo delle Tre province per l'assegnazione del Trofeo relativo al XXXVI calendario 2008/2009.
Il Comitato in carica ha ritenuto di mettere particolarmente in evidenza i podisti che hanno percorso più marce e il maggior numero di chilometri, evidenziando il premio dedicato alla podista che ha raggiunto il prestigioso obiettivo.
Si Tratta di Doris Torres del Gruppo Arcobaleno di Collesalvetti, che ha percorso 913 chilometri per tutte le 50 marce in calendario.
Tra gli uomini un ex aequo, Fabio Giusti del gruppo storico La Rondinella (che ha raggiunto un primato da Guiness avendo negli ultimi venti anni partecipato a tutte le marce del calendario, percorrendo sempre le lunghe) e Renzo Granchi della Verru'a, entrambi con 50 marce e 1044 chilometri.
I premiati, che hanno esaurito il numero di marce o i chilometri richiesti sono stati 462, mentre i riconoscimenti, per avere portato a termine un numero ugualmente elevato, sono stati 132: dunque quasi seicento podisti hanno dato continuità alla partecipazione alle marce.
E' un importante risultato.
Come è tradizione sono stati offerti alcuni premi, per l'anzianità raggiunto, nel conseguimento annuale del trofeo o del premio.
Raggiunge l'apice dei trentacinque anni e il premio più prestigioso, un podista frequentatore assiduo delle Tre province, Alessandro De Cristofano del Marathon Club con 26725 chilometri percorsi sui sentieri e le strade delle marce in calendario.
Degni di menzione i premiati per la fedeltà di trent'anni, Sergio Dini, Rosalia Cei Fabris, Giuliano Boni, Mario Citi, Renzo Carmignani, Baldini Gianfranco.
Simone, Andrea e Laura Warin dell'Arcobaleno, hanno vinto il premio destinato ai ragazzi nati dopo il 1992.
Infine l'espressione dei gruppi alla partecipazione ha visto primeggiare il Marathon Club di Pisa con i suoi 49 trofei, seguito dalla Verru'a con 47 e Le Sbarre di Titignano, con 41.
Si chiude così un'annata, festeggiata al termine dell'evento con un aperitivo a cui sono stati tutti invitati per un brindisi al podismo non competitivo.
Si è tenuta il 19 ottobre scorso un'assemblea del Comitato interprovinciale marce sportive, destinata a lasciare il segno, a cui hanno partecipato numerosi gruppi organizzatori e i rappresentanti dei due trofei confratelli, Il Trofeo lucchese e il Trofeo pisano.
All'ordine del giorno temi di rilievo, come la diversa periodizzazione del calendario e il costo del cartellino di partecipazione.
Con larga maggioranza, e fatta salva la pausa estiva della seconda metà di luglio e di agosto, a partire dal calendario 20010/2011, le Tre province si allineeranno al calendario solare degli altri due trofei, non più quindi da settembre a luglio, ma da gennaio a dicembre, ciò che dovrebbe consentire una maggiore armonizzazione degli eventi nei tre calendari.
E' stato deliberato inoltre per l'adeguamento l'organizzazione di un super trofeo di seidici mesi a partire dal prossimo anno.
Ugualmente è stato approvato, pur condizionando il profilo alla adesione degli altri Trofei di marce non competitive, l'aumento del cartellino da 2,00 a 2,50 euro, in questo modo venendo incontro alle esigenze dei gruppi organizzatori, che con la crisi delle sponsorizzazioni hanno sempre maggiori difficoltà a mettere a budjet gli eventi in calendario.
Il C.i.m.s. ha poi presentato all'assemblea il rendiconto annuale e la certificazione del collegio dei revisori dei conti, distribuendone copia ai presidenti, ed esposto le linee programmatiche per il prossimo anno, caratterizzate dalla maggiore diffusione del movimento presso i giovani e le istituzioni, con la promozione di una conferenza nazionale in toscana di podismo non competitivo e dalla maggiore presenza su quotidiani e riviste di settore, e dalla introduzione di controlli sui percorsi con mezzi elettronici, abbandonando il vecchio cartellini cartaceo non più adeguato ai tempi.
1. Il Comitato delle Tre province ha compiuto una ricerca statistica, con l'aiuto dell'infaticabile Vicepresidente Riccardo Ciardelli, sull'età dei podisti che frequentano il calendario delle non competitive delle Tre province, iscritti al Trofeo (ovvero coloro che hanno presentato domanda per parteciparvi) e che hanno vinto il Trofeo (ovvero hanno nel corso dell'annata superato il numero di marce e/o il numero di chilometri richiesti ai fini del conseguimento del trofeo finale).
Il dato, unico in nostro possesso, non può essere considerato come esaustivo dei frequentatori delle non competitive, perché tiene conto dei soli iscritti al Trofeo che sono poco meno di mille, mentre i frequentatori delle marce sono molto più numerosi in media (dai millecinquecento ai duemila).
2. Poi si deve tener conto che gli affezionati del movimento non competitivo sono prevalentemente coloro che hanno cessato velleità agonistiche e dunque, diciamo così, non sono in tenera età: solo gli attempati si iscrivono al Trofeo per il conseguimento del premio finale. I giovani tendono a partecipare alle marce in modo meno continuativo e perciò non si iscrivono alle classifiche per chilometri e marce in vista del conseguimento del Trofeo, in tale veste sono sottratti dalla statistica, ciò che impone un chiarimento.
Il ragionamento che condurremo non tiene conto quindi dei frequentanti in generale delle marce, bensì di coloro che si sono iscritti al Trofeo, da un lato, e coloro che hanno vinto il Trofeo, dall'altro.
Ebbene, come potrete ricavare dai diagrammi che seguono, il numero più elevato di iscritti e vincitori tocca il picco intorno ai sessanta anni (e il picco tiene molto sino alla soglia dei sessantacinque), mentre la fascia significativa va da quarantacinque a settanta.
Insomma, gli affezionati al trofeo sono prevalentemente sessantenni e la maggior parte degli iscritti e vincitori abbracciano la fascia di età tra i quaranta e i settanta.
3. Non interpreto negativamente il dato, per due ragioni essenziali. In primo luogo i giovani privilegiano il confronto agonistico, mentre il podista meno giovane, in calo di rendimento, va alla ricerca di valori diversi, come l'ambiente, la storia e il contatto umano, che nessuno sport favorisce in modo così elevato come il podismo non competitivo. E' raro vedere sui sentieri delle marce un podista solitario, piuttosto frotte di podisti, non sempre appartenenti allo stesso gruppo in perenne dialogo. I percorsi delle marce hanno una ricchezza ambientale e storica ineguagliabile. In secondo luogo si aggiunge, troppo spesso trascurato, un valore ineguagliabile della marcia non competiva, la migliore medicina per allontanare lo spettro delle malattie della tarda età, in relazione all'apparato cardiocircolatorio e motorio. In questo senso il movimento non competitivo offre un valore aggiunto non eguagliabile, particolarmente per i meno giovani che non riescono più a correre, ma si cimentano nel passo veloce, sui percorsi collinari e montani.
4. Tuttavia chi riveste funzioni di responsabilità, come, in occasione del coordinamento dei tre Trofei, che ormai periodicamente si concretizza in riunione bimestrali, è emerso, non può trascurare il motivo della continuità del movimento, favorendo l'accesso dei giovani e il transito continuativo tra competizione e non competizione (o addirittura la loro perfetta convivenza, essendo la non competizione valida occasione di allenamento).Per questo, causa il disagio suscitato per i più giovani dall'orario domenicale delle non competitive, si è cercato di organizzare un calendario alternativo a quello domenicale (ed autonomo rispetto ad esso), di marce di 10 km il pomeriggio del sabato, secondo la via tracciata, lo si deve riconoscere, dal Trofeo lucchese. Infatti un certo transito si è prodotto dalle competitive del sabato (circuito del Criterium toscano) verso le non competitive domenicali, ora si tratta di aprire i calendari alle non competitive del sabato.
5. Il compito dei Comitati nell'imminente futuro è perciò quello non più solo di conservare i valori e le regole del movimento non competitivo, secondo una linea che la dirigenza del recente passato ha interpretato egregiamente, ma quello di tentare la massima diffusione del movimento, attraverso i media e l'informazione, anche via web e attraverso la creazione di occasioni alternative di non competitivo, non solo la domenica. E' una battaglia difficile, ma vale la pena di combatterla.
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Con la marcia di "Lucca di notte", finalmente rientrata in calendario e molto gradita per la suggestione di correre all'interno dei contrafforti e terrapieni delle mura lucchesi, con tratti aperti solo per questa ricorrenza, si riapre la stagione del Cims a settembre (esattamente sabato 5).
Il calendario quest'anno si contraddistingue per il numero più elevato di eventi, esattamente 54, e una certa propensione ad aprire a manifestazioni del sabato, per conquistare al podismo non competitivo i più giovani, è un percorso che sarà tenuto molto presente nelle prossime stagioni, in linea di tendenza con gli altri Trofei.
Così oltre il tradizionale appuntamento cascinese con Telethon, del 5 dicembre, ecco evidenziarsi, oltre a Lucca di notte, Massaciuccoli, la marcia organizzata da PisaMarathon Strappazzata Club a San Rossore il 24 aprile, Montemagno il 1° maggio e Staffoli (questa una vero e propria new entry) il 3 di luglio.
Degna di segnalazione, per la sua novità, "Per donare la vita", organizzata l'11 ottobre dall'omonima Onlus in San Rossore, con la quale si è cercato di colmare la concomitanza con la manifestazione della mezza maratona di Pisa, fonte di qualche divergenza nel recente passato.
Ugualmente nuova, ma che riprende un'antica tradizione estiva nella zona di Tombolo è San Piero a Grado del 27 dicembre, ispirata dalla Neuro-Care, e quindi avente finalità benefica, e organizzata dallo stesso Comitato, si tratta della "Prima Marcia della Solidarietà e degli Auguri", occasione di ritrovo podistico per esprime insieme i valori di volontariato e di unione dei gruppi, in vista dell'arrivo del nuovo anno, in uno dei parchi, quello di Tombolo, fra i più belli della costa litoranea.
Rientra anche Guasticce, che è all'origine del prolungamento del calendario per una domenica, la seconda domenica di luglio, recuperando una marcia sulle colline livornesi, in funzione di un inserimento di manifestazione nel livornese a cui il Comitato presta molta attenzione.
In proposito è dispiaciuta molto l'uscita di Quercianella, che nelle ultime edizioni aveva dimostrato grande potenzialità, per la bellezza dei luoghi e l'iniziativa del gruppo promotore, ma il calendario a venire tenterà un inserimento, alle date che si potranno liberare.
Rientra, si deve aggiungere, la marcia del Globo Verde, il cui Presidente fa parte del Comitato, che ci consentirà di ripercorrere i sentieri della pianura agli estremi dei Monti pisani e probabilmente di raggiungere località come Agnano e Asciano, che vengono troppo spesso trascurate.
Resta, in una prospettiva futura, l'asupicio per un ritorno di una non competitiva a Pisa, per troppo tempo la Strapazzata si è trasferita al parco di San Rossore, invero abbastanza inflazionato negli ultimi tempi, ma manca una stracittadina, com'era originariamente la massima manifestazione non competitiva pisana (ora che Lucca e Livorno hanno a pieno titolo le loro non competitive).
Nonché serpeggia nei nostri animi la speranza di una maratona non competitiva, anche nelle modalità di una ecomaratona, a cui alcuni gruppi sono vicini, se si pensa alle lunge di Cascine di Buti (confermata nei 30 km), la Pesticciata con i suoi 34 km, Vorno con i suoi 32 km e certe tendenze di manifestazioni come la Ecomarcia di San Giuliano, Pappiana, Uliveto Terme, Vicopisano: chi di queste marce offrirà l'occasione al podismo non competitivo di una ecomaratona non competitiva?
Ai posteri l'ardua sentenza...