Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
Accordo Stato-Regioni
091 del 5 agosto 2014 circa gli eventi sportivi
Per prendere contatti con un gruppo DEU per il servizio di soccorso sanitario, gli organizzatori possono rivolgersi al numero 347/6080273 valendosi di medici abilitati alla rianimazione ed all'uso del defibrillatore a costi calmierati
Convenzione con l'AOUP
per la certificazione agonistica e non
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"Atletica e Podismo", nota rivista mensile sul podismo, per lo più competitivo, ha messo a disposizione del C.I.M.S. una pagina dove noi possiamo pubblicare articoli e foto che riguardano il nostro Comitato. Qui di seguito riportiamo tutti quegli articoli che mensilmente troverete su "Atletica e Podismo".
 
Intervista a Claudio Cecchella, presidente del Cims-Trofeo delle 3 Province

1. Il podismo non competitivo in Toscana: come nasce e come si sviluppa?

c.c.: Il podismo non competitivo nasce agli inizi degli anni settanta, in occasione della prima grande crisi del dopoguerra, denominata della austerity, quando le nostre città sono state chiuse al traffico la domenica. E' stato uno sconvolgimento di costumi dei singoli e delle famiglie, che si sono rovesciate sulle strade e sulle piazze a piedi, come in un incisione del settecento, riappropriandosi di nuovi valori culturali. I più sensibili hanno iniziato ad "organizzare" questo desiderio collettivo di recuperare lo strumento (le gambe e i piedi) che la Natura ha donato all'uomo per trasferirsi da un luogo ad un altro: così nascono i primi calendari.
Questo movimento combacia in quegli anni perfettamente con gli amanti dell'escursionismo montano (Cai docet!), tanto che i primi primitivi calendari di marce, si caratterizzano per percorsi montani nelle colline pisane o livornesi o nell'appennino, con distanze cospicue, qualche volta rapportate alla tradizionale distanza della Maratona.

2. Quando si arriva alla costituzione del Comitato delle Tre Province?

cc.: Il Comitato nasce nel 1974, come movimento spontaneo (un atto costitutivo registrato è solo di questi ultimi anni...), consorzio tra i nascenti gruppi podistici con il quale viene annualmente organizzato un calendario di marce e verificato in occasione degli eventi il rispetto del regolamento, che si fonda sul divieto di classifiche, che non siano le marce percorse e i chilometri fatti, in vista di un trofeo che sarebbe stato consegnato a fine stagione a chi avesse superato certe soglie prefissate di marce o chilometri. Dal Comitato interprovinciale, nascono - per la propensione tipica dei toscani a configgere -, come costole il Comitato lucchese e il Comitato pisano, con le quali oggi il Cims ha un ottimo rapporto di collaborazione, in vista della diffusione della pratica non competitiva della corsa.

3. Chi è oggi il podista più presente alle non competitive? Vogliamo tracciarne un profilo?

cc.: C'è un podista Fabio Giusti di Pisa che ha percorso tutte le marce in calendario per oltre trenta anni e tutt'ora continua indefesso a marciare non ancora sopito dalle decine di migliaia di chilometri percorsi.
Ci sono quasi ottantenni, che fanno altrettanto, non marciando ma correndo, come Gilgi dei due Arni e Squadrone del Marathon club.

4. Qual è oggi la situazione del movimento non competitivo in Toscana? Quali sono i suoi punti di forza e quali le criticità?

c.c.: Il movimento si è ormai consolidato con la presenza di una media di 800/1000 podisti a marcia e in caso di marce concomitanti di più Trofei sino a 3-4000 marciatori, fino ai vertici di Porcari e Marlia con rispettivamente 7000 e 10.000 partecipanti. La criticità maggiore è l'età dei partecipanti; stenta a muoversi una forte continuità generazionale, che è il mio cruccio maggiore. Per questa ragione, consapevole che non è facile svegliare il giovane alle 6 del mattino della domenica, ho promosso i calendari delle corse del sabato, per avvicinare i più giovani ai valori culturali e ambientali del podismo non competitivo.

5. Correre slow significa abbracciare anche una filosofia di vita al rallentatore: dallo slow food al movimento del downshifting, dalla decrescita felice al neo-frugalismo è tutto un moltiplicarsi di tendenze che ci invitano a "scalare le marce". Pensi sia solo una moda passeggera o davvero lo spirito competitivo ha i giorni contati? Ritieni che quest'orientamento possa avvantaggiare il mondo dello sport non competitivo?

c.c.: Senz'altro il diffondersi, anche su indicazione della Medicina, di pratiche che favoriscono la camminata veloce, anziché la corsa, che ha effetti traumatici sulla schiena, sulle ginocchia e sui tendini, nutrono le fila dei non competitivi, a cui sono in qualche modo condannati, diciamo così a fine carriera, gli stessi competitivi. Non ritengo tuttavia auspicabile, e non dovrebbe essere vista positivamente, la fine del podismo competitivo, a cui devo invece aprirsi i più giovani, reclutati nelle scuole. Questo per rinvigorire le file dell'atletica italiana, ai fini della partecipazione della nostra federazione ai grandi eventi dell'atletica mondiale, sotto i colori della Nazionale.

6. I partecipanti alle competitive e gli atleti non competitivi sono di solito considerati due "universi paralleli" (anche per le differenti età di chi ne fa parte). Da cosa pensi nasca questa sorta di reciproca diffidenza e quali potrebbero essere invece i punti di contatto?

c.c.: Da quando condivido un incarico dirigenziale in seno al Cims, quale presidente, ho avversato l'ideologico contrasto tra questi due mondi. Al contrario, secondo esperienze ben note nel Nord Italia, dove esistono minori motivi di polemica, che invece fanno parte dell'indole del Toscano, una non competitiva può accompagnare una competitiva (e nel calendario Cims esistono degli esempi, come la mezza maratona e la maratona di Pisa). Questo purché le due competizioni si snodino su percorsi diversi, con rispetto delle diverse tradizioni e regolamenti, questo perché la marcia non diventi un appendice trascurata della corsa. Per questa ragione la concomitanza rende necessario un particolare accordo organizzativo tra Gruppo e Cims, per preservare l'autonomia della marcia non competitiva. Questa idea invero non è apprezzata da tutti i Comitati, ad esempio in quello lucchese resta la regola sul divieto della concomitanza.
Non si dimentichi poi che se non vi fossero i podisti non competitivi, alcune manifestazioni competitive come le maratone e le mezze non potrebbero reclutare volontari per assicurare sicurezza e ristori ai podisti competitivi.

7. Podismo non competitivo significa anche riscoperta delle tradizioni locali, valorizzazione dei territori, attenzione ai progetti di solidarietà. Ti sembra che le istituzioni toscane siano sufficientemente sensibili verso questi temi?

cc.: Le istituzioni toscane, dai Comuni alla Regione sono del tutto assenti e non aiutano il movimento del volontariato che costituisce le fondamenta delle marce non competitive, nonostante che la corsa o la marcia sia la migliore terapia per le persone meno giovani (con un enorme risparmio in termine di servizio sanitario e spesa farmacologica), siano grande fattore di aggregazione (si formano amicizie e incontri straordinari la domenica delle non competitive), siano veicolo di valorizzazione delle tradizioni e della storia locale (vengono percorsi i più bei borghi medioevali di toscana), costituiscono un immersione nella natura che non ha concorrenti, grazie anche alla bellezza delle campagne e dei colli della nostra regione.

8. Cosa ti auguri per il futuro delle corse non competitive?

c.c.: Giovani competitivi che premono per allenarsi nelle non competitive, a fianco dei loro padri e delle loro madri, a nutrire le fila del podismo non competitivo. Una maggiore sensibilità dello Stato e degli Enti pubblici territoriali, nella promozione e nella diffusione della pratica. L'inserimento di un rappresentante del podismo non competitivo negli organi federali dell'atletica nazionale.

 
L’assicurazione dell’atleta tesserato e del libero"
di Claudio Cecchella

L’atletica e il podismo amatoriale, anche non competitivo, si stanno interrogando sugli obblighi degli organizzatori di una corsa o di una marcia non competitiva o dei responsabili di un’associazione sportiva in genere per i propri iscritti, in caso di infortunio dell’atleta o di danni arrecati a terzi.

E’ opportuno anzitutto ricordare che gli obblighi che fanno carico ad un’associazione sportiva dilettantistica, ovvero ad un’associazione di fatto, al cui modello si ispirano i sodalizi dedicati all’atletica e al podismo, vanno a colpire il Presidente del sodalizio, che ne risponde con il suo patrimonio (art. 38 codice civile). Dunque in una corsa o marcia organizzata da un’associazione sportiva dilettantistica che produca danni ad un atleta o ad un terzo, risponde il presidente ovvero il legale rappresentante del sodalizio organizzatore. Ugualmente il presidente dell’associazione sportiva per gli infortuni in una qualunque gara o marcia non competitiva che colpiscono gli atleti iscritti al suo gruppo ovviamente per le sole gare e allenamenti deliberati nel programma del sodalizio (e quindi con esclusione di gare, marce e allenamenti che l’atleta compie liberamente fuori dai programmi sociali).

Per questa ragione sempre più , per moto spontaneo, le associazioni podistiche e le associazioni sportive dilettantistiche in genere hanno fatto ricorso a polizze assicurative a copertura dell’infortunio oppure della responsabilità verso terzi, stipulate occasionalmente con compagnie assicuratrici, particolarmente in occasione della manifestazione organizzata dal gruppo e per la durata di un anno in relazione agli atleti affiliati al gruppo.

Peraltro già la affiliazione ad una federazione nazionale di sport (Fidal, Uisp, Csain, Fiasp, ecc.) consente di usufruire, con il pagamento di premi contenuti, di una polizza infortuni per gli atleti iscritti al gruppo e affiliati con regolare tessera annuale alla federazione e in alcuni casi di una polizza a responsabilità civile, con massimali e franchigie tali da consentire una certa copertura dal rischio.

Il tutto tuttavia animato da uno spontaneismo non spesso ispirato da una reale consapevolezza dei rischi connessi, particolarmente per il rappresentante della associazione. Recentemente un decreto ministeriale del 2010 ha sancito, seppure in certi limiti ben definiti, la obbligatorietà della copertura assicurativa, ovvero l’obbligo di stipulare un’assicurazione con limiti di massimali predefiniti (euro 80.000,00 in caso di morte o lesione permanente), contro il rischio di infortunio dell’atleta iscritto al gruppo, con la conseguenza che oggi il presidente di un’associazione sportiva dilettantistica non può esimersi dalla stipula, essendo egli e soltanto egli il soggetto obbligato.

L’obbligatorietà tuttavia si limiti ai rischi da infortunio dell’atleta iscritto e tra questi è ricompreso il c.d. infortunio in itinere, ovvero cagionato al momento in cui l’atleta si reca nel luogo di gara o l’infortunio in occasione di allenamento organizzato dal sodalizio ; resta relegata alla spontanea iniziativa del presidente la polizza di responsabilità civile verso terzi, in occasione di un evento sportivo organizzato dal suo gruppo, e l’assicurazione dei c.d. atleti liberi, perché non iscritti ad alcun associazione e quindi non assicurati, fenomeno che presenta numeri di rilievo nel c.d. podismo non competitivo.

Le soluzioni che si presentano al presidente, dunque possono oggi essere astrattamente queste:

  • stipulare una polizza privata (a premi più elevati per lo scarso potere contrattuale del singolo) che copra l’infortunio degli atleti affiliati al gruppo (oggi obbligatoria) e l’infortunio degli atleti liberi e la responsabilità civile verso terzi (questi due rischi non obbligatori, la cui copertura è tuttavia opportuna);
  • affiliarsi ad una federazione nazionale che offra una polizza che copra l’infortunio dell’atleta, la responsabilità civile e l’infortunio del c.d. libero (attraverso una tessera giornaliera, il cui costo per le marce non competitive si aggira intorno ad euro 0,50, per quelle competitiva ad euro 5). In tal caso sfruttando il maggiore potere contrattuale della federazione nella pattuizione delle condizione economiche di polizza.

Vi è a dire che le maggiori federazioni devono ancor oggi affinare le polizze offerte, poiché ad esempio non comprendono eventi non organizzati sotto il patrocinio della federazione interessata per gli atleti iscritti, mentre dovrebbero coprire i rischi per ogni evento, ivi compreso l’itinere e l’allenamento ufficiale.

In questa direzione si è espressa, in occasione dell’assemblea dei Presidenti il Comitato interprovinciale di marce sportive, sollecitando allo C.s.a.In di appartenenza una polizza adeguata alle previsioni legislative e ai rischi che assumono i presidenti dei sodalizi.

 
Il Nordic Walking e le marce non competitive
di Claudio Cecchella

Il Nordic Walking è una disciplina sportiva che si pratica all’aria aperta, negli ambienti naturali di campagna, di collina oppure di montagna e consiste in un allenamento dolce che sviluppa resistenza, forza e fitness, mediante camminata veloce con l’aiuto delle racchette.

E’ l’esercizio perfetto per ottenere una riduzione di peso, senza affaticare le articolazioni, consentendo all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio di esercitarsi, in prevenzione di malattie cardiache e polmonari. Gli stessi appassionati della corsa scelgono il Nordic Walking in modo definitivo o anche temporaneo, per esempio quando hanno problemi alle articolazioni del ginocchio, delle anche o della schiena oppure quando devono curare un trauma, in attesa di future performanche podistiche in corsa, accelerando la guarigione.

Ma tale pratica, si deve aggiungere, coinvolge attivamente le braccia nel movimento. Questo implica un aumento della muscolatura delle spalle e dei pettorali e un rafforzamento della muscolatura cervicale: con il Nordic Walking il carico sulle articolazioni dell’anca, del ginocchio e del piede viene diminuito e si prevengono o si curano i tipici traumi della corsa che purtroppo danneggiamo le articolazioni.

Sotto questo profilo l’affinità con lo sci di fondo non può non essere più evidente; infatti la disciplina nasce come pratica e allenamento estivo degli atleti che praticano questa disciplina. Dal Nord Europa, soprattutto Finlandia e Svezia, si è diffuso in Germania e sta radicandosi in tutta Europa, coinvolgendo il sud del continente e anche l’Italia.

Oggi penetra in modo evidente nel podismo non competitivo, dove sempre di più si vedono nelle marce podisti attrezzati di racchette che si esercitano nella camminata veloce, tanto che in occasione della 34^ Marcia delle Ville di Marlia (con i suoi oltre ottomila partecipanti) viene evidenziata, con eventi e coinvolgimento di istruttori la nuova disciplina.

Il podismo non competitivo, con il suo coinvolgimento di persone meno giovani e nella prospettiva del recupero atletico dei podisti, anche competitivi, meno fortunati (anche per evitare il trauma psicologico dell’abbandono dell’amata pratica della corsa), ne trarrà nei prossimi anni grande giovamento, essendo terreno fertilissimo per la sua pratica, anche su percorsi meno brevi e collinari, secondo il modello preferito dal Trofeo delle Tre Province.

Per utili informazioni e indicazioni: www.nordicwalking.it.

 
Correre insieme il sabato...
di Claudio Cecchella

  1. Il movimento non competitivo toscano, che vive attraverso i tre trofei delle tre province, lucchese e pisano, garantisce ormai un triplice calendario di manifestazioni domenicali che, salvo le coincidenze in occasione delle marce più importanti, rovescia sui sentieri toscani mediamente intorno ai mille podisti per ognuno dei trofei, con una partecipazione di circa tremila non competitivi ogni fine settimana, che è risultato ragguardevole, se lo si confronta con manifestazioni gemelle nel nord Italia, come il Lombardo-veneto e il Friuli, dove pure è radicato.
    Ma è un risultato sul quale non è possibile adagiarsi, poiché suona sinistro - e per il sottoscritto costituisce imperativo - il problema del ricambio generazionale, visti i risultati di una recente statistica pubblicata in occasione delle premiazioni C.i.m.s. dell'annata 2008/2009 e sulle pagine anche di Podismo e Atletica.
    I giovani, per la coincidenza delle manifestazioni in calendario con la domenica e per le fasce orarie delle marce, che una nota prassi anticipa all'alba o peggio ancora nella notte, stentano a partecipare, almeno in un numero che possa far presagire una seria continuità.
  2. Questo invero non è solo il problema del podismo non competitivo, ma del podismo in genere e probabilmente anche dell'atletica, visti i magri risultati conseguiti in manifestazioni competitive internazionali dai nostri atleti. E' piuttosto un grave problema della maggiore Federazione italiana e dei gruppi, questi ultimi troppo adagiati sulla composizione amatoriale, per così dire "matura". Ma è sorprendente notare come gli attuali dirigenti federali siano sordi ai richiami degli osservatori più attenti, preoccupati molto più a perpetuare nel tempo la propria carica, piuttosto che ai reali problemi dell'atletica e si vedono quotidianamente assottigliarsi, fino a scomparire, sodalizi che negli anni avevano impresso una spinta invidiabile al movimento, sino alla scomparsa di manifestazioni "storiche" dai calendari competitivi e non. Così l'avvilirsi di un proselitismo scolastico che un tempo dava grandi risultati e che oggi è abbandonato all'iniziativa dei (pochi) insegnanti di educazione fisica, che selezionano i propri allievi, organizzando qualche campestre di istituto.
  3. L'iniziativa toscana del Criterium, rigorosamente competitiva, con gare in calendario il sabato pomeriggio, oltre a costituire un'importante novità nelle iniziative podistiche nostrane e una pregevole iniziativa organizzativa, a cui non si è sottratto chi vi scrive nei suoi primi passi nell'ambito della organizzazione di manifestazioni competitive, ha veicolato un maggior numero di giovani al podismo (e forse anche al podismo non competitivo domenicale, per emulazione dei più anziani), ma appare un movimento fermo nei suoi numeri, oggi - nel calendario che si viene proponendo per il 2010 - un pò alterato (oserei dire "drogato") dall'inserimento, invero innaturale, di manifestazioni estranee alla tipologia delle campestri di 10 km nei percorsi di campagna e collinari, che ne avevano costituito le fondamenta, come le mezze maratone di Fucecchio Pisa, Lammari e Livorno (manifestazioni che non darebbero punteggio individuale, ma solo sociale). Lo snaturamento rischia di nuocere alla purezza originaria dell'iniziativa: si tratta naturalmente di un opinione strettamente personale.
  4. E' venuto il momento, dunque, del risveglio del movimento non competitivo, con un'invasione del sabato, a cui i "cugini" lucchesi hanno da tempo pensato, con un calendario autonomo rispetto a quello domenicale; che costituisce da qualche tempo tappa immancabile del calendario ordinario, invece, nel pisano.
    Esiste, infatti, e tale corposa realtà stimola molta fiducia per il futuro, una forte spinta per la organizzazione di manifestazioni non competitive; una incontenibile pressione che riceviamo quotidianamente, per l'inserimento di manifestazioni nel calendario ordinario (a cui spesso non possiamo dare risposta positiva per la priorità di marce già inserite da tempo e a cui per regolamento dobbiamo dare di necessità precedenza).
    L'aspetto, inoltre, che merita particolare attenzione è che la promozione di queste manifestazioni è spesso indotta da istituzioni e fondazioni, con scopo di solidarietà e volontariato, anche quando l'anima dell'organizzazione è situata in un gruppo sportivo, ciò che è sempre auspicabile per la buona riuscita della marcia.
    Spesso la manifestazione è poi il culmine di una "sagra" paesana, con valorizzazione di costumi e tradizioni del territorio toscano.
    Ecco, dunque, la possibilità di dirottare le manifestazioni di solidarietà e volontariato, verso la organizzazione di marce il sabato o addirittura in notturna il venerdì, in coincidenza con il periodo primaverile ed estivo, come minicircuito di non competitive, pomeridiane o serali nel periodo maggio-settembre.
    Minicircuito destinato ad una premiazione a sé stante, simbolica, che potrebbe essere patrocinata da una Federazione affiliata al C.o.n.i.
    In questa direzione è ormai avanzato il lavoro dell'attuale Comitato del C.i.m.s.
  5. L'auspicio è verso una attrazione - con opportuni richiami sugli organi di stampa - dei più giovani ai valori ambientali, culturali ed etici del movimento non competitivo, con il solo desiderio che i nostri figli abbia

 
Il foglio del non competitivo: "La nostra domenica"
di Claudio Cecchella

A seguito delle riunioni dei tre Trofei, ormai a cadenza bimestrale, nasce un foglio gratuito, anch'esso bimestrale, in distribuzione alle marce non competitive, contenente notizie, fatti, eventi, curiosità che interessano il mondo dei non competitivi.
Si tratta veramente di un foglio, perché sarà costituito da quattro pagine, une dedicata al Coordinamento dei tre Trofei, quello delle Tre province, quello Lucchese e quello Pisano; le altre tre "gestite" autonomamente dai tre Comitati, con il programma in calendario, le cronache e le foto in rigoroso bianco e nero..come una volta.
Ovviamente il "Foglio" sarà aperto al contributo di tutti i podisti, nessuno escluso, anche per aprire qualche discussione e proposta, di cui il mondo non competitivo ha tanto bisogno.
Si tratta di un'occasione di dibattito anche nella prospettiva, che sta a cuore della dirigenza dei Comitati, di una maggiore diffusione della pratica non competitiva presso le nuove generazioni, in vista di quel ricambio che è fondamento di continuità di ogni realtà, anche quella sportiva.
Il foglio ci farà compagnia poi durante la settimana, in particolare per chi meno giovane non ha ancora consuetudine con internet e il web.

 
I doppi cartellini...e le partenze anticipate...
di Claudio Cecchella

Ho deciso di pormi, in occasione della marcia di Ponsacco, al servizio operativo della comunità podistica convertendomi nel controllore dei cartellini, in adempimento della campagna contro i doppi, tripli, ecc. cartellini che si era diffuso nella nostra comunità dei non competitivi (con il motto "No Cims, no times", ovvero senza timbro Cims non entri in classifica per il Trofeo...).
Il rimedio è molto semplice e condiviso con gli altri tre trofei: quello di imporre un controllo dei tre trofei in apertura di marcia a pochi chilometri della partenza. Senza il timbro Cims il cartellino non è convalidabile...
Nonostante tutto qualcuno ha tentato di proporre una doppia timbratura e in alcuni casi abbiamo dovuto richiamare o attendere il podista che partecipava con il cartellino in dotazione ad altro podista...qualche volta (e vi assicuro non sono stati pochi...) abbiamo gentilmente declinato la timbratura, in mancanza dell'interessato...
Ho così rivisto volti noti e meno noti del mondo non competitivo e mi sono goduto il sorriso eloquente di Dante Bonamici, che ha fatto del rispetto della effettività della pratica non competitiva un valore fondamentale.
Molti podisti si domandavano se si trattasse piuttosto del controllo a tempo, giustificato da altro costume criticabile del nostro mondo che è quello delle partenze anticipate: in realtà già alle 7:15 eravamo in postazione e siamo stati immediatamente subissati di cartellini.
Questo è aspetto, sul quale in effetti esiste altro (tentativo) di rimediare: quello della consegna dei cartellini alle otto, a partire dal 13/12 a Titignano, secondo altra decisione dei Comitati.
Qui è storia nota il coro di fischi all'indirizzo del sottoscritto mentre annunciavo la novità in occasione della premiazione del Cims; devo dire vigorosi fischi, ma non meno vigorosi gli attestati di solidarietà che ho ricevuto aggirandomi tra i presenti.
Su questo aspetto vorrei essere più chiaro, poiché vi sono molti fraintendimenti:

  1. credo che il malcostume dei doppi cartellini sia cosa ben più grave delle partenze anticipate, sul primo dobbiamo essere inflessibili sul secondo più liberali.
  2. il podismo non competitivo per definizione rende necessarie partenze scaglionate nel tempo e non può altrettanto per definizione muovere dallo stesso orario: qualche volta non potremo gestire una partenza unitaria di mille o duemila podisti...
  3. tuttavia doppiamo tener conto che il nostro regolamento prevede:
    Art. 12 - La partenza delle marce è ad orario fissato dalle ore 8.15 alle ore 8.45 ed il medesimo è stabilito dal Comitato e reso noto nel Calendario. Dovrà essere cura degli organizzatori adottare tutti quei provvedimenti giudicati opportuni affinché l'orario di partenza possa essere rispettato. Al fine di scoraggiare partenze anticipate, dovrà essere cura degli stessi organizzatori di attivare i previsti punti di controllo solo ed esclusivamente al momento in cui è calcolato che il concorrente, partito all'ora stabilita (8.15), possa da questi transitare, lasciando quindi privi di visto tutti coloro che, giunti prima, non ritengono di dovere attendere l'entrata in funzione dei medesimi, per questi podisti (privi di controllo) non sarà assegnata la marcia ai fini dell'assegnazione del trofeo finale. Eventuali deroghe circa l'orario di partenza possono essere concesse da parte del Comitato qualora siano ravvisate esigenze di forza maggiore. In tal caso debbono essere comunque richieste in tempo utile ed al G.S. organizzatore è fatto obbligo di informare i partecipanti della modifica avvenuta. Sarà cura da parte dei commissari di marcia, nelle loro valutazioni, segnalare nel rapporto quanto di negativo è emerso su l'aspetto dell'orario di partenza.
  4. Ora la decisione dei Comitati (e uso il plurale!) è stata quella, per il periodo che va dal 13 dicembre al 17 gennaio (un mese!), di una consegna dei cartellini non prima delle otto: si tratta com'è noto dei mesi con le giornate più corte e con il sole che si leva molto tardi, non vedo le ragioni di uno scandalo, ma solo dell'applicazione delle regole e oltre tutto per un periodo limitato, sotto il controllo dei tre Comitati. 5) La decisione è stata poi integrata con la delibera del 25 novembre 2009, in occasione della quale il coordinamento ha deciso di dare la responsabilità ai rappresentanti dei gruppi per una consegna non anticipata rispetto alle 08:00; ai rappresentanti medesimi i cartellini saranno consegnati verso le 7:45. A partire da Titignano (13 dicembre 2009).
Chi legge Atletica e podismo di gennaio, ha già vissuto questa esperienza ed è in grado di valutare i suoi risultati.

 
Le premiazioni del Trofeo delle Tre Province
di Claudio Cecchella

Si è tenuto a Pisa, il 21 novembre il consueto incontro dei podisti iscritti al Trofeo delle Tre province per l'assegnazione del Trofeo relativo al XXXVI calendario 2008/2009.
Il Comitato in carica ha ritenuto di mettere particolarmente in evidenza i podisti che hanno percorso più marce e il maggior numero di chilometri, evidenziando il premio dedicato alla podista che ha raggiunto il prestigioso obiettivo.
Si Tratta di Doris Torres del Gruppo Arcobaleno di Collesalvetti, che ha percorso 913 chilometri per tutte le 50 marce in calendario.
Tra gli uomini un ex aequo, Fabio Giusti del gruppo storico La Rondinella (che ha raggiunto un primato da Guiness avendo negli ultimi venti anni partecipato a tutte le marce del calendario, percorrendo sempre le lunghe) e Renzo Granchi della Verru'a, entrambi con 50 marce e 1044 chilometri.
I premiati, che hanno esaurito il numero di marce o i chilometri richiesti sono stati 462, mentre i riconoscimenti, per avere portato a termine un numero ugualmente elevato, sono stati 132: dunque quasi seicento podisti hanno dato continuità alla partecipazione alle marce.
E' un importante risultato.
Come è tradizione sono stati offerti alcuni premi, per l'anzianità raggiunto, nel conseguimento annuale del trofeo o del premio.
Raggiunge l'apice dei trentacinque anni e il premio più prestigioso, un podista frequentatore assiduo delle Tre province, Alessandro De Cristofano del Marathon Club con 26725 chilometri percorsi sui sentieri e le strade delle marce in calendario.
Degni di menzione i premiati per la fedeltà di trent'anni, Sergio Dini, Rosalia Cei Fabris, Giuliano Boni, Mario Citi, Renzo Carmignani, Baldini Gianfranco.
Simone, Andrea e Laura Warin dell'Arcobaleno, hanno vinto il premio destinato ai ragazzi nati dopo il 1992.
Infine l'espressione dei gruppi alla partecipazione ha visto primeggiare il Marathon Club di Pisa con i suoi 49 trofei, seguito dalla Verru'a con 47 e Le Sbarre di Titignano, con 41. Si chiude così un'annata, festeggiata al termine dell'evento con un aperitivo a cui sono stati tutti invitati per un brindisi al podismo non competitivo.

 
L'assemblea del C.i.m.s.
di Claudio Cecchella

Si è tenuta il 19 ottobre scorso un'assemblea del Comitato interprovinciale marce sportive, destinata a lasciare il segno, a cui hanno partecipato numerosi gruppi organizzatori e i rappresentanti dei due trofei confratelli, Il Trofeo lucchese e il Trofeo pisano.
All'ordine del giorno temi di rilievo, come la diversa periodizzazione del calendario e il costo del cartellino di partecipazione.
Con larga maggioranza, e fatta salva la pausa estiva della seconda metà di luglio e di agosto, a partire dal calendario 20010/2011, le Tre province si allineeranno al calendario solare degli altri due trofei, non più quindi da settembre a luglio, ma da gennaio a dicembre, ciò che dovrebbe consentire una maggiore armonizzazione degli eventi nei tre calendari.
E' stato deliberato inoltre per l'adeguamento l'organizzazione di un super trofeo di seidici mesi a partire dal prossimo anno.
Ugualmente è stato approvato, pur condizionando il profilo alla adesione degli altri Trofei di marce non competitive, l'aumento del cartellino da 2,00 a 2,50 euro, in questo modo venendo incontro alle esigenze dei gruppi organizzatori, che con la crisi delle sponsorizzazioni hanno sempre maggiori difficoltà a mettere a budjet gli eventi in calendario.
Il C.i.m.s. ha poi presentato all'assemblea il rendiconto annuale e la certificazione del collegio dei revisori dei conti, distribuendone copia ai presidenti, ed esposto le linee programmatiche per il prossimo anno, caratterizzate dalla maggiore diffusione del movimento presso i giovani e le istituzioni, con la promozione di una conferenza nazionale in toscana di podismo non competitivo e dalla maggiore presenza su quotidiani e riviste di settore, e dalla introduzione di controlli sui percorsi con mezzi elettronici, abbandonando il vecchio cartellini cartaceo non più adeguato ai tempi.

 
Le non competitive e ....l'età dei podisti.
di Claudio Cecchella

1. Il Comitato delle Tre province ha compiuto una ricerca statistica, con l'aiuto dell'infaticabile Vicepresidente Riccardo Ciardelli, sull'età dei podisti che frequentano il calendario delle non competitive delle Tre province, iscritti al Trofeo (ovvero coloro che hanno presentato domanda per parteciparvi) e che hanno vinto il Trofeo (ovvero hanno nel corso dell'annata superato il numero di marce e/o il numero di chilometri richiesti ai fini del conseguimento del trofeo finale).
Il dato, unico in nostro possesso, non può essere considerato come esaustivo dei frequentatori delle non competitive, perché tiene conto dei soli iscritti al Trofeo che sono poco meno di mille, mentre i frequentatori delle marce sono molto più numerosi in media (dai millecinquecento ai duemila).

2. Poi si deve tener conto che gli affezionati del movimento non competitivo sono prevalentemente coloro che hanno cessato velleità agonistiche e dunque, diciamo così, non sono in tenera età: solo gli attempati si iscrivono al Trofeo per il conseguimento del premio finale. I giovani tendono a partecipare alle marce in modo meno continuativo e perciò non si iscrivono alle classifiche per chilometri e marce in vista del conseguimento del Trofeo, in tale veste sono sottratti dalla statistica, ciò che impone un chiarimento.
Il ragionamento che condurremo non tiene conto quindi dei frequentanti in generale delle marce, bensì di coloro che si sono iscritti al Trofeo, da un lato, e coloro che hanno vinto il Trofeo, dall'altro.
Ebbene, come potrete ricavare dai diagrammi che seguono, il numero più elevato di iscritti e vincitori tocca il picco intorno ai sessanta anni (e il picco tiene molto sino alla soglia dei sessantacinque), mentre la fascia significativa va da quarantacinque a settanta.
Insomma, gli affezionati al trofeo sono prevalentemente sessantenni e la maggior parte degli iscritti e vincitori abbracciano la fascia di età tra i quaranta e i settanta.

3. Non interpreto negativamente il dato, per due ragioni essenziali. In primo luogo i giovani privilegiano il confronto agonistico, mentre il podista meno giovane, in calo di rendimento, va alla ricerca di valori diversi, come l'ambiente, la storia e il contatto umano, che nessuno sport favorisce in modo così elevato come il podismo non competitivo. E' raro vedere sui sentieri delle marce un podista solitario, piuttosto frotte di podisti, non sempre appartenenti allo stesso gruppo in perenne dialogo. I percorsi delle marce hanno una ricchezza ambientale e storica ineguagliabile. In secondo luogo si aggiunge, troppo spesso trascurato, un valore ineguagliabile della marcia non competiva, la migliore medicina per allontanare lo spettro delle malattie della tarda età, in relazione all'apparato cardiocircolatorio e motorio. In questo senso il movimento non competitivo offre un valore aggiunto non eguagliabile, particolarmente per i meno giovani che non riescono più a correre, ma si cimentano nel passo veloce, sui percorsi collinari e montani.

4. Tuttavia chi riveste funzioni di responsabilità, come, in occasione del coordinamento dei tre Trofei, che ormai periodicamente si concretizza in riunione bimestrali, è emerso, non può trascurare il motivo della continuità del movimento, favorendo l'accesso dei giovani e il transito continuativo tra competizione e non competizione (o addirittura la loro perfetta convivenza, essendo la non competizione valida occasione di allenamento).Per questo, causa il disagio suscitato per i più giovani dall'orario domenicale delle non competitive, si è cercato di organizzare un calendario alternativo a quello domenicale (ed autonomo rispetto ad esso), di marce di 10 km il pomeriggio del sabato, secondo la via tracciata, lo si deve riconoscere, dal Trofeo lucchese. Infatti un certo transito si è prodotto dalle competitive del sabato (circuito del Criterium toscano) verso le non competitive domenicali, ora si tratta di aprire i calendari alle non competitive del sabato.

5. Il compito dei Comitati nell'imminente futuro è perciò quello non più solo di conservare i valori e le regole del movimento non competitivo, secondo una linea che la dirigenza del recente passato ha interpretato egregiamente, ma quello di tentare la massima diffusione del movimento, attraverso i media e l'informazione, anche via web e attraverso la creazione di occasioni alternative di non competitivo, non solo la domenica. E' una battaglia difficile, ma vale la pena di combatterla.

 
La nuova annata del C.I.M.S
di Claudio Cecchella

Con la marcia di "Lucca di notte", finalmente rientrata in calendario e molto gradita per la suggestione di correre all'interno dei contrafforti e terrapieni delle mura lucchesi, con tratti aperti solo per questa ricorrenza, si riapre la stagione del Cims a settembre (esattamente sabato 5). Il calendario quest'anno si contraddistingue per il numero più elevato di eventi, esattamente 54, e una certa propensione ad aprire a manifestazioni del sabato, per conquistare al podismo non competitivo i più giovani, è un percorso che sarà tenuto molto presente nelle prossime stagioni, in linea di tendenza con gli altri Trofei.
Così oltre il tradizionale appuntamento cascinese con Telethon, del 5 dicembre, ecco evidenziarsi, oltre a Lucca di notte, Massaciuccoli, la marcia organizzata da PisaMarathon Strappazzata Club a San Rossore il 24 aprile, Montemagno il 1° maggio e Staffoli (questa una vero e propria new entry) il 3 di luglio.
Degna di segnalazione, per la sua novità, "Per donare la vita", organizzata l'11 ottobre dall'omonima Onlus in San Rossore, con la quale si è cercato di colmare la concomitanza con la manifestazione della mezza maratona di Pisa, fonte di qualche divergenza nel recente passato.
Ugualmente nuova, ma che riprende un'antica tradizione estiva nella zona di Tombolo è San Piero a Grado del 27 dicembre, ispirata dalla Neuro-Care, e quindi avente finalità benefica, e organizzata dallo stesso Comitato, si tratta della "Prima Marcia della Solidarietà e degli Auguri", occasione di ritrovo podistico per esprime insieme i valori di volontariato e di unione dei gruppi, in vista dell'arrivo del nuovo anno, in uno dei parchi, quello di Tombolo, fra i più belli della costa litoranea. Rientra anche Guasticce, che è all'origine del prolungamento del calendario per una domenica, la seconda domenica di luglio, recuperando una marcia sulle colline livornesi, in funzione di un inserimento di manifestazione nel livornese a cui il Comitato presta molta attenzione.
In proposito è dispiaciuta molto l'uscita di Quercianella, che nelle ultime edizioni aveva dimostrato grande potenzialità, per la bellezza dei luoghi e l'iniziativa del gruppo promotore, ma il calendario a venire tenterà un inserimento, alle date che si potranno liberare.
Rientra, si deve aggiungere, la marcia del Globo Verde, il cui Presidente fa parte del Comitato, che ci consentirà di ripercorrere i sentieri della pianura agli estremi dei Monti pisani e probabilmente di raggiungere località come Agnano e Asciano, che vengono troppo spesso trascurate.
Resta, in una prospettiva futura, l'asupicio per un ritorno di una non competitiva a Pisa, per troppo tempo la Strapazzata si è trasferita al parco di San Rossore, invero abbastanza inflazionato negli ultimi tempi, ma manca una stracittadina, com'era originariamente la massima manifestazione non competitiva pisana (ora che Lucca e Livorno hanno a pieno titolo le loro non competitive).
Nonché serpeggia nei nostri animi la speranza di una maratona non competitiva, anche nelle modalità di una ecomaratona, a cui alcuni gruppi sono vicini, se si pensa alle lunge di Cascine di Buti (confermata nei 30 km), la Pesticciata con i suoi 34 km, Vorno con i suoi 32 km e certe tendenze di manifestazioni come la Ecomarcia di San Giuliano, Pappiana, Uliveto Terme, Vicopisano: chi di queste marce offrirà l'occasione al podismo non competitivo di una ecomaratona non competitiva?
Ai posteri l'ardua sentenza...

 
Il podismo non competitivo e il territorio.

1. Le origini.
Il podismo non competitivo, almeno nell'esperienza toscana, nasce dalle sezioni del Cai, che hanno tracciato e gelosamente conservato la rete di sentieri, nel sistema collinare pisano e livornese, nell'appennino lucchese, particolarmente lungo le pendici e sino alle vette delle Alpi Apuane.
Pertanto le marce delle origini - basta consultare i calendari degli anni settanta - erano in realtà escursioni alpinistiche, dove prevaleva la marcia sulla corsa.
Restano oggi a caratterizzare quel tempo alcune marce memorabili, come quella di Vorno, quella di Buti oppure quella di Vicopisano e numerose con partenze nel cascinese e tra le iniziative più recenti ne sono degne eredi la marce organizzate dal Rossini e da La Galla (questa ultima denominata l'ecomarcia dei Monti Pisani).
2. Il salvataggio dell'escursionismo montano e dei suoi valori ambientali e climatici.
Oggi il podismo non competitivo ha conservato valori montani, poiché molti dei percorsi dei calendari dei tre trofei sono tracciati lungo le colline e le montagne provinciali, oppure all'interno dei più significativi parchi naturali (San Rossore, Le Cerbaie, ecc.) e in tale prospettiva ha l'indubbio merito di conservare e riproporre anche alle nuove generazioni i valori dell'ambiente montano e agrario in genere.
Questo non soltanto in vista di una "cultura" del territorio, ovvero di una sua diffusa conoscenza dei suoi valori non solo ambientali, ma anche storici e artistici (in fondo il territorio è un manuale di storia che tratta i temi della evoluzione delle nostre comunità e delle nostre genti), ma in vista di un recupero - di fronte agli attacchi metropolitani che globalizzano tutto con le più sofisticate climatizzazioni degli interni - del significato più profondo dei climi con l'alternarsi del freddo e del caldo e la diversa luminosità.
Le partenze d'inverno alle prime ore dell'alba, le marce sotto le piogge autunnali, l'aria nuova e limpida delle giornate primaverili, il bruciore estivo e il sale in fronte dei percorsi agostani, sono sensazioni che il podista non competitivo difficilmente dimentica.
L'ambiente, con la sua storicità per le tracce che in esso lascia l'uomo, e la forte sensazione della varietà dei climi, costituiscono valori insostituibili del mondo non competitivo.
3. La salvaguardia dei sentieri.
Ma esiste un ulteriore utilità, di cui non fruisce soltanto il podista, ma l'intera comunità, quella della salvaguardia delle vie montane all'aggressione dei rovi e della vegetazione spontanea.
Molti dei sentieri segnati dal C.A.I. infatti, causa un certo abbandono dell'escursionismo collinare e montano, sono rinvigoriti, riaperti e ripuliti annualmente dal passaggio dei podisti, i quali offrono anche alla comunità questo valore indotto, troppo spesso dimenticato e ignorato.

 
Il Nuovo che serpeggia nel non competitivo...

1. Lo stato organizzativo.
La Toscana tirrenica e in particolare le province di Livorno, Lucca e Pisa sono storicamente impegnate dal podismo non competitivo. Qui gravita un numero considerevole di gruppi, alcuni dei quali dedicati solo a tale espressione del podismo, altri che coniugano questo impegno a quello competitivo.
E' nato così prima il C.i.m.s., di cui è da poco trascorso il trentacinquennale, poi il Trofeo podistico lucchese e infine il Trofeo Podistico pisano.
Tre consorzi tra gruppi, che organizzano autonomi calendari e garantiscono, quando la marcia non è comune, come capita per quelle più antiche o gradite ai podisti non competitivi, tre diverse manifestazioni la domenica mattina, che pongono assai spesso il podista nell'imbarazzo della scelta.
Generosità comunque sempre ben gradita. Molti podisti provenienti dalla toscana settentrionale e dalla Liguria, nonché dal fiorentino frequentano queste marce, partecipando ai Trofei, particolarmente in occasione delle marce "storiche", come Porcari, Marlia, Vorno, Strapazzata e numerose altre.
2. Il problema del coordinamento.
Come spesso accade (non sempre la convivenza nelle associazioni è facile....) la triplice organizzazione nasce da divisioni originarie e che oggi i nuovi dirigenti dei Comitati, in occasione di alcuni rinnovamenti dovuti alle elezioni periodiche, vorrebbero superare.
Già da tempo, su impulso del Trofeo lucchese, che non ha mai smesso di evidenziare questo aspetto, si cerca un coordinamento tra i Comitati, anche perché la divisione non è sintomo di crescita e nuoce alla diffusione di questa particolare esperienza del podismo.
3. L'incontro del 8 aprile 2009.
Finalmente è stato possibile organizzare una riunione (non che siano mancate nel passato, ma il contesto è oggettivamene mutato per quanto sarà detto fra poco...), presso la sede del Trofeo podistico lucchese, a cui hanno partecipato gli altri due comitati, nella persona dei presidenti e vicepresidenti, oltre ad altri membri.
La sintonia è stata avvertita dai presenti i quali hanno subito messo sul tappeto alcuni temi di grande interesse: il costo dei cartellini di partecipazione alle marce (fermi da anni a due euro); l'ipotesi dell'uso di un cartellino elettronico, il coordinamento statutario e regolamentare, il controllo dei cartellini sui percorsi onde evitare o comunque sfavorire un certo malcostume, l'idea di un supertrofeo per coloro che partecipano a tutti e tre i calendari; la necessità di una maggiore visibilità del movimento sui quotidiani e sulle riviste specializzate (come quella che ospita con una pagina il Cims) o presso le sistituzioni; il favore espresso dagli altri Comitati per un calendario per anno solare anche del Cims.
Insomma grandi questioni che con la collaborazione di tutti porteranno presto novità organizzative e di costume nel mondo non competitivo.
4. Il futuro.
E' intanto da sottolineare che gli incontri sono stati istituzionalizzati nel tempo, uno ogni due mesi, e questo è indice del nuovo spirito che anima il movimento non competitivo nelle sue varie articolazioni, ma certo c'è un aspetto sul quale vorremo brevemente soffermarci, quella della diffusione del movimento.
I valori in gioco nel podismo non competitivo sono forti e il primo obiettivo è quello della loro diffusione presso le generazioni più giovani, quindi la necessità di un'immagine e di un informazione attraverso i mezzi che l'elettronica consente, sui mass media, appaiono senza dubbio decisive, ma anche quello istituzionale non sembra meno importante.
Un domanda: quanta consapevolezza vi è, sul recupero del territorio (i sentieri, tracciati dal Club alpino italiano, sono oggi resi annualmente efficienti grazie alle marce non competitive), sul recupero dell'ambiente come fruizione collettiva, ma soprattutto sul recupero dei valori della qualità del vivere e della salute, anche presso le generazioni meno giovani?
La risposta è quanto costituirà l'impegno dei Comitati riuniti in coordinamento permanente.

 
Sul podismo non competitivo e...

1.Prologo.
E' noto come spesso i gruppi podistici si lacerino intorno alla duplice anima, in contraddizione all'interno di ognuno, tra atleti dediti alle competizioni e marciatori dediti alle non competitive.
La filosofia, si suol dire, non è la stessa. Gli uni ispirati prevalentemente al risultato individuale e dunque ad una preparazione in linea con la migliore performanche, più soggetti al logoramento fisico e tendenzialmente destinati ad abbandonare la disciplina all'esito di qualche infortunio serio oppure quando la parabola della prestazione inizia presto o tardi a scendere. I secondi ispirati a valori diversi, come l'ambiente, la conoscenza del territorio fuori dai tradizionali circuiti cittadini, la percezione fisica, nei lunghi percorsi montani e collinari, del mutamento dei climi e delle stagioni, insomma pittori en plein air, come i Macchiaioli. Questi ultimi, anch'essi colpiti dall'inevitabile logoramento dovuto all'età, ma convertiti in "camminatori" e capaci quindi di conservare i valori dell'ambiente per un tempo indefinito.
2. Critica.
Io non sono mai stato propenso a concepire questa divisione come ideologica e razziale, come in alcune occasioni viene concepita, pur nella diversità che deve rimanere tale. Intravedo, pur nelle differenze, come tra breve, dei due mondi, alcuni importanti elementi comuni, che consentono di giustificare la loro sopravvivenza nella unità dei gruppi.
Anzitutto va respinta l'intolleranza in qualsiasi forma, ogni qualvolta viene concepita come messaggio dell'assoluto: in fondo nessuno ha ragione e la ragione sta solo dalla parte di chi vive la sua esperienza podistica come la più congegnale alla sua personalità: per questo i giovani sono più propensi alla competizione e, diciamo, i meno giovani alla non competizione.
In secondo luogo le manifestazioni podistiche espressione delle diverse esperienze non sono inconciliabili, anzi perfettamente fungibili l'una rispetto all'altra e proprio per questo da interpretare come crescita del movimento anziché come sua involuzione concorrenziale.
Il non competitivo, che predilige le distanze più lunghe, può vivere la Maratona, che è la principessa delle competizioni, come esperienza non competitiva; sarà sufficiente che percorra i quarantadue godendo delle vedute e prospettive della città (tra pochi giorni la maratona capitolina ne è eloquente prova), semplicemente dimenticando il proprio crono in partenza e al massimo coordinandosi con gli assistenti di gara destinati a dettare il tempo.
Il competitivo potrà trarre enorme giovamento dalla non competitiva, in preparazione della sua maratona o della sua campestre competitiva (quante volte le marce dei nostri circuiti non competitivi sono invase da podisti notoriamente competitivi e particolarmente quelle in pianura).
Entrambi, infine, vivono la grande solidarietà del messaggio podistico (non ho mai visto in maratona un atleta indifferente alle sofferenze di un casuale compagno di percorso), sino alla promozione di campagne di solidarietà e di volontariato, che è fenomeno unico del podismo.
3. Comitati delle marce e Criterium.
La riprova di quanto vengo dicendo è che i detrattori, nei primi anni del nuovo millennio, della organizzazione di un circuito di corse semicompetitive (perché ad esse si uniscono anche percorsi non competitivi) il sabato, non hanno avuto alcun riscontro nella realtà. Quel circuito è stata l'occasione di un veicolo di trasmissione di podisti dall'uno mondo all'altro (molti frequentatori dell'uno il sabato, si trovano nell'altro la domenica) e, non è dubitabile, il Criterium è stato artefice di un rinnovamento e ringiovanimento dei Comitati delle marce.
Oltre al dato statistico, è significativa la presenza di due presidenti dei comitati all'ultima premiazione Criterium.
Infondo il carattere tutt'altro che concorrenziale di manifestazioni tanto diverse è una riprova di quanto vengo dicendo.
5. La diversità organizzativa.
Cionondimeno le organizzazioni che fanno capo ai due mondi devono rimanere separate, intendo dire i Comitati delle marce non competitive, da un lato, e i gruppi affiliati alla Fidal o alla Uisp o ad altra federazione, dall'altra.
Le esigenze organizzative di una non competitiva rispetto ad una competitiva sono molto diverse e ognuno, al suo interno, deve essere vigile e geloso conservatore della diversità delle regole di ognuno, senza contaminazioni di sorta e con lo spirito giusto, senza che i podisti non competitivi guardino in cagnesco quello competitivo e viceversa, in un moto unitario che conduca alla diffusione del più bello sport al mondo, dove non esistono spettatori, ma solo e rigorosamente attori, in una prospettiva di igiene e salute pubblica, valori talora mal compresi dallo Stato e dagli Enti preposti ad amministrarci.
(Claudio Cecchella)